28 agosto 2012

PERCHE' LA YOGURTIERA IN FUNZIONE NON SI DEVE MUOVERE



Dopo aver scritto un articolo piuttosto dettagliato su come fare lo yogurt in casa, e aver prodotto io stessa, tanti yogurt e in condizioni ambientali anche molto diverse, ho deciso di scrivere ancora un articolo al riguardo, e questa volta per sfatare una convinzione consolidata, che a mio parere, è stata ingigantita al punto tale da complicarci la vita.
Parlo della credenza largamente diffusa, secondo la quale lo yogurt non debba mai ricevere vibrazioni, colpi, colpetti, spostamenti di alcun tipo mentre è in fase di fermentazione.

Per anni ci avevo creduto, lo ammetto. Ogni volta che facevo lo yogurt mettevo i cartelli in giro per la casa, sembrava stessi diramando un allarme generale: Attenzione attenzione: La yogurtiera è sotto la scrivania, mi raccomando, non muovetela assolutamente. Anni di inutile angoscia. Ma adesso, BASTA!

Sono pronta a prendermi la responsabilità di quello che sto per affermare, e cioè, che lo yogurt, durante la fase di fermentazione, non soltanto può essere mosso e spostato, ma anche ricevere colpi o ripetute vibrazioni. Per motivare questa mia affermazione vi cito di seguito alcuni fatti concreti di cui sono stata testimone diretta.

Ho appena staccato  la mia yogurtiera dalla presa di corrente. Lo yogurt è bianchissimo, compatto, sodo, senza siero in superficie. Se non fosse caldo lo mangerei subito. Ma dove sta la grandiosità di questa considerazione? Sta nel fatto che, mentre la mia yogurtiera faceva proliferare i fermenti nei vasetti, la mia casa tremava dalle fondamenta in su, sotto i colpi di una escavatrice mostruosa che si divorava l'asfalto e metri di terra. Sono giorni che la via, sulla quale sorge la casa di famiglia, è messa a ferro e fuoco dagli addetti ai lavori. Stanno rifacendo le fogne, non proprio gradevole come evento, considerando poi il caldo micidiale di questo agosto infinito. E' stato come avere il terremoto dalle otto di mattina alle tre di pomeriggio. 
E lo yogurt, sconvolto per ore dalle vibrazioni di strada, se n'è sbattuto altamente, scusate il termine.
Eccovi il piccolo latticino, immortalato nel suo bel vasetto, bianchissimo, sodo e senza siero superficiale.


Ma non è finita. Qualche settimana fa ho commesso un errore che sul momento mi era parso gravissimo. Dopo quattro ore, convinta che ne fossero passate otto, ho staccato la yogurtiera e preso in mano i vasetti per controllare. Ovviamente lo yogurt era ancora semiliquido. Poi ho capito lo sbaglio non senza darmi della cretina. Ho rimesso i vasetti nella yogurtiera, reinserito la corrente e pregato per le successive quattro ore che lo yogurt uscisse buono e compatto malgrado l'errore. Preghiere ascoltate o soltanto le leggi della natura in action: yogurt perfettamente riuscito. Di nuovo. 
A questi due episodi potrei aggiungerne altri, come quello in cui mio padre, dimenticandosi che sotto la sua poltrona ci fosse la yogurtiera al lavoro, la prese dentro con l'aspirapolvere facendo fuoriuscire addirittura lo yogurt da un paio di vasetti. A parte la piccola perdita, si formò un ottimo yogurt, fermentato al punto giusto. E ancora quella volta che andò via la corrente per più di un'ora,  e dovetti  avvolgere la yogurtiera dentro una coperta di lana per evitare la perdita di calore. Lo yogurt uscì comunque, ancora.

Adesso, quando leggo sui vari siti: "Mai spostare la yogurtiera", oppure, "Non toccate assolutamente lo yogurt", insomma, tutte questi avvertimenti che mettono paura solo a leggerli, neanche stessimo maneggiando una testata nucleare, mi viene da ridere perché, ancora una volta, come troppo spesso accade, facciamo le cose perché "è così che si fanno" e non ci poniamo la domanda più grande del mondo: PERCHE'.

Non dovete credermi. Non voglio che lo facciate. Ma muovete pure il vostro yogurt e allora lo vedrete e vorrete farlo sapere, che la credenza era solo una leggenda. 
Il fermento vive e si riproduce lo stesso. Fatelo vibrare. E chissà che un po' di movimento non gli faccia pure piacere. D'accordo, ora sto esagerando, meglio chiuderla qui.

Grazie per l'attenzione e un saluto dalla Cucina Green.

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